Chi sei e di che cosa ti occupi?
Sono Annaleda Mazzucato, progettista sociale, progettista europea, ricercatrice. Mi occupo di sviluppo e gestione di interventi in ambito sociale, culturale e formativo, e di ricerca nell’ambito dei processi di innovazione dell’apprendimento e dell’insegnamento mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Cosa ti ha portato in APIS e qual è il tuo contributo?
Il desiderio e la necessità di confrontarmi con chi come me lavora nel sociale con un approccio che coniuga flessibilità, creatività e rigore metodologico. Contribuisco ad APIS condividendo la mia esperienza professionale, allo scopo di far emergere e delineare il profilo del progettista sociale, codificando e valorizzando le competenze che contraddistinguono questa figura professionale attraverso molteplici percorsi formativi e ruoli.
Quale aspetto della progettazione sociale ti pare il più interessante oggi?
La valenza trasformativa della progettazione sociale, il ruolo della progettazione sociale nel promuovere innovazione ed empowerment. Progettare nel sociale significa sviluppare percorsi e azioni volti a superare e rimuovere gli ostacoli al benessere delle persone, coinvolgendole attivamente, dotandole degli strumenti per cambiare ed innovare.
Quali sfide vedi all’orizzonte?
Il rafforzamento dei processi partecipativi, in una prospettiva metodologica che prevede la collaborazione e il contributo dei diversi attori coinvolti nell’iniziativa progettuale in tutte le sue fasi, dall’ideazione, alla pianificazione, alla realizzazione, fino alla valutazione dell’impatto. Le risorse e le conoscenze a cui il progetto attinge per attuare la trasformazione sono potenzialmente già presenti nella collettività di individui di cui rileviamo i bisogni, il progettista sociale deve essere in grado di costruire una programmazione al tempo stesso rigorosa, controllabile e sostenibile,
in grado sollecitarle, coniugale e potenziarle. La sfida è strettamente legata al rafforzamento e riconoscimento della figura professionale del progettista sociale, che per svolgere il proprio ruolo, da deve affinare le proprie abilità tecniche nella gestione delle diverse fasi del ciclo di progetto, applicando un certo grado di rigore nell’utilizzo di teorie e strumenti propri dei processi di management, dall’altro deve saper mettere in campo le proprie capacità comportamentali e relazionali trasversali, soft skills e metodologie che cateterizzano il ruolo di facilitatore di comunità.
Ci diresti 3 cose per cui la Progettazione Sociale è importante?
La progettazione sociale è importante perché: è occasione di scambio fra soggetti diversi che genera valore e innovazione; costruisce corresponsabilità dei diversi attori coinvolti anche a partire da interessi diversi; perché è un processo dal basso che promuove la capacità imprenditiva.