Chi sei e di che cosa ti occupi?
Sono Marco Bellavitis e sono vice presidente della cooperativa sociale l’Accoglienza onlus di Roma (gestisce servizi di accoglienza residenziale per minori anche disabili e per mamme con bambino). Per la cooperativa mi occupo di controllo di gestione e progettazione sociale attraverso l’ideazione e gestione di progetti a livello regionale e nazionale.
Cosa ti ha portato in APIS e qual è il tuo contributo?
Mi ha portato in Apis la mia pregressa esperienza professionale in project management nel settore della consulenza aziendale.
Dopo alcuni anni di lavoro nel terzo settore mi sono reso conto di quanto fosse importante creare un luogo professionale di confronto fra progettisti sociali. Ho pertanto contribuito alla nascita di Apis e del primo corso di formazione per progettisti. In questo momento, sono segretario generale e come tale gestisco il primo contatto con chi si rivolge ad apis a livello individuale o istituzionale. Faccio anche parte del direttivo e per esso ho la delega di coordinare il cantiere di lavoro “Formazione di base”.
Quale aspetto della progettazione sociale ti pare il più interessante oggi?
Ritengo interessante oggi più di ieri la capacità creare tavoli di lavoro e collaborazione reale fra pubblico e privato nel campo della progettazione in tutte le fasi della progettazione: dalla lettura dei bisogni e conseguente ideazione progettuale, passando attraverso la gestione del progetto e la sua consuntivazione ed analisi dei risultati.
Quali sfide vedi all’orizzonte?
Mi sembra fondamentale arrivare presto alla convinzione che non ha senso progettare se non si hanno gli strumenti e le competenze per gestire i progetti.
Troppo spesso singoli progetti ( o veri e propri cantieri di progettifici) finiscono per fallire o per creare false aspettative in tanti enti del terzo settore. E’ indispensabile creare una cultura della gestione del progetto che sappia alimentare la sostenibilità dei servizi che i progetti fanno nascere.
Ci diresti 3 cose per cui la Progettazione Sociale è importante?
Per dare sostanza e concretezza alle idee di coloro che hanno le intuizioni, per offrire coerenza di interventi in risposta a bisogni sociali identificati, per far crescere il terzo settore in ottica manageriale e non solo volontaristico.
Quali temi reputi più urgenti per un posizionamento chiaro della figura del progettista sociale in Italia?
La capacità di leggere i bisogni e costruire ipotesi/scenari di intervento capaci di generare risposte e cambiamenti attesi.
Se dipendesse da te, quale sarebbe il tuo primo e più importante intervento nella Progettazione Sociale? E perché?
Formare giovani progettisti sulla gestione del progetto. Senza nuove leve capaci di gestire un progetto per il quale si è ottenuto un finanziamento crollerebbe tutto il castello della progettazione.