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Conosciamo il direttivo: Sabrina Bagnato

  • APIS
  • 15/04/2021
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Chi sei e di che cosa ti occupi? 

Mi chiamo Sabrina Bagnato, Psicologa clinica e della Salute, da 15 anni mi occupo di progettazione formativa e consulenza aziendale in diversi contesti. Ho maturato un’esperienza solida nel settore delle Risorse Umane, Formazione e Sviluppo, lavorando con modelli psicosociali di intervento, visione sistemica e approccio costruttivista. Studio psicosociologia con un focus sull’analisi dei modelli culturali e negli ultimi anni mi sono interessata di nuovi profili e sviluppo dei ruoli, in connessione con i sistemi di valutazione e certificazione delle competenze. Ho insegnato all’Università presso la Facoltà di Psicologia ed erogo docenze di comportamento organizzativo. Ho sviluppato un focus nel campo delle Politiche Attive, curando progetti di employability e imprenditoria (anche con target di giovani migranti, donne in condizioni di vulnerabilità, disoccupati e lavoratori in mobilità) e nel settore del dialogo sociale, avendo acquisito esperienza di relazioni con le Parti Sociali e sul tema della bilateralità.

Cosa ti ha portato in APIS e qual è il tuo contributo? 

Mi ha portato ad APIS un aspetto, se vogliamo politico che vedo insito della progettazione sociale (nella migliore delle accezioni) e, considerando che sono piuttosto attempata, mi ha stimolato la possibilità di trovare un gruppo di colleghi con cui ragionare e trovare lungo respiro nel dialogare sulla pratica professionale, in una fase storica che il respiro lo toglie (il riferimento non è solo alla pandemia, ma anche al mercato e alla deriva di modelli sociali, allo scarso valore che assume la convivenza oggi). Posso provare a sintetizzare in basso cosa mi ha portato in APIS:

  • un modello di progettazione legato ai problemi e alla realtà delle persone e dei contesti che spesso il lavoro per bandi non ti fa vedere. 
  • lo sviluppo delle persone e delle relazioni dentro i contesti, quindi il pensare che lo strumento con cui promuovi questo sono le relazioni e i modi di stare in relazione
  • una visione della progettazione sociale, il cui obiettivi è il cambiamento/adattamento funzionale e creativo, quindi aiutare i sistemi sociali ad evolvere

Il mio contributo al momento è sulla certificazione delle competenze legate al manuale e alla norma sulla progettazione sociale.

Quale aspetto della progettazione sociale ti pare il più interessante oggi? 

Il posizionamento critico che si può trovare tra gli operatori, quindi l’idea che ci si interroga su “come dare senso” al proprio lavoro. Poi aspetti di sostenibilità e bene comune che cominciano ad integrarsi nella società e non sono solo più valori cui tendere.  In certi vertici legati al governo dei finanziamenti secondo me c’è un’apertura a modelli di progettazione che prendano veramente in considerazione lo sviluppo delle persone e dei contesti, senza restare su un piano retorico/comunicativo ma anche fattuale/relazionale. La progettazione sociale si comincia a modellizzare ed essere riconosciuta anche dal settore profit come leva per il cambiamento e come valore aggiunto rispetto allo “standard”.

Quali sfide vedi all’orizzonte?

La sfida che la pandemia ci ha posto sono i “nuovi modi di stare in relazione”, e di cooperare e molti altri cambiamenti sociali sono in arrivo, che ancora non percepiamo.
Vedo la sfida di tenere integrati pezzi della società, di mettere in comunicazione, di essere costruttivi. Ma anche di portare sul tavolo con onestà e visibilità i problemi reali che si percepiscono, attraverso una lettura dei contesti psicosociale, che sappia interpretare culture e posizioni.
Il lavoro cambierà tra sopravvivenza e motivazione, questa polarità si allargherà e bisogna aiutare le persone a dare il proprio contributo, ad essere costruttive e creare legami fiduciari, nonostante tutto. Ci sarà più bisogno di ascolto, dopo tanto isolamento. 

Ci diresti 3 cose per cui la Progettazione Sociale è importante? 

  1. Guarda le persone e non solo gli economics;
  2. Ha modelli di lettura della realtà più sistemici e olistici di altre discipline/approcci;
  3. Ha un’idea di futuro e società cui tendere, e oggi serve come non mai.

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