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I paradossi della progettazione sociale

  • APIS
  • 24/11/2021
  • 2 Commenti

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Poche righe per porre l’accento su alcuni topics che rendono sempre più necessario un cambiamento nei processi di gestione dei progetti e, perché no, del ruolo del progettista sociale.

Innovatività a tutti i costi

Se è pur vero che la definizione stessa di progetto implica la realizzazione di attività sperimentali ed innovative che possano essere testate ed introdotte nel novero delle attività ordinarie, è altrettanto urgente per gli enti non profit sostenere le proprie attività istituzionali. D’altronde da marzo 2020 in poi la realtà segnata dall’avvento della pandemia da Covid Sars 19 ha offerto numerosi stimoli alla sperimentazione di soluzioni innovative.
Numerose organizzazioni, in virtù della specifica attività istituzionale, fanno fatica ad immaginare continui step di innovazione. Un esempio per tutte sono le organizzazioni che raccolgono e ridistribuiscono alimenti per le persone indigenti. Un’attività istituzionale semplice, che ha un impatto sociale significativo ma che oggettivamente non lascia molto spazio ad elementi di innovazione.
Il progettista sociale quindi dovrebbe assolvere il ruolo di “innovatore ad ogni costo” anche laddove non ci sono margini per innovare.

Il successo di un progetto

È fondamentale avere un team di professionisti che si interfacciano con i destinatari finali (educatori, psicologi, operatori sociali, ecc.) e che determinano l’impatto delle attività progettuali. Ma la realizzazione di un progetto, ha dei vincoli ben precisi, tempi, risorse, obiettivi… che se non sono ben definiti, monitorati ed oggetto di continue revisioni, rischiano di generare un fallimento progettuale con conseguenze di natura gestionale e finanziaria, sciupando il valore del lavoro realizzato dagli operatori. È necessario quindi un team di project management con esperienza e che sia di supporto al partenariato di progetto.
Limitare quindi i costi (costi orari e massimali di progetto) del team di management, può costringere le organizzazioni a dotarsi di un team con poca esperienza, mettendo a rischio il successo del progetto.

Una progettazione fatta bene

La complessità delle emergenze sociali, la necessità degli enti erogatori di comprendere nello specifico le proposte progettuali candidate alle call, fa si che i formulari e tutta la documentazione di progetto, assumano una complessità tale da richiedere necessariamente l’intervento di un professionista, un progettista sociale.
Professionista che spesso, soprattutto in alcune aree del paese, viene pagato esclusivamente in caso di finanziamento del progetto e non per l’attività di progettazione, in quanto molto spesso nelle call, avvisi e bandi non è un costo ammissibile.
È condivisibile che ogni organizzazione investa del proprio nell’incaricare un professionista al proprio servizio. Al tempo stesso sarebbe opportuno che gli enti erogatori prevedano in budget il costo per la progettazione (magari esecutiva).

Valutazione di impatto sociale

È un processo che oggettivamente consente agli enti erogatori di verificare l’impatto del progetto nell’area di intervento e sul target di riferimento, ed alle organizzazioni di prendere consapevolezza del valore delle proprie attività. E’ altrettanto necessario rendere la valutazione di impatto sociale, un processo fluido e lineare, con una impostazione chiara sin dalla fase di startup di progetto, al fine di evitare la continua richiesta di dati integrativi e di dettaglio, anche in maniera retroattiva, che costringono le organizzazioni virtuose, a fare sforzi ciclopici per il recupero dei dati, sottraendo energie al resto delle attività progettuali.

Flussi di cassa

A partire da gennaio del 2020 numerosissimi sono i progetti (realizzati con il contributo di enti pubblici e privati) di notevole impatto sia in termini di attività che di budget, che registrano ritardi nelle erogazioni delle tranche di contributo, di mesi, in alcuni casi, di anni.
Le organizzazioni più strutturate gestiscono più progetti contemporaneamente, fornendo già in fase di sottoscrizione del disciplinare garanzie fideiussorie per le anticipazioni di progetto.
Quindi organizzazioni (spesso sottopatrimonializzate) che grazie alle garanzie personali di soci ed amministratori, riescono ad avviare i progetti.
I ritardi nelle erogazioni dei contributi rischiano di mettere in serio pericolo non solo la realizzazione del progetto ma la sopravvivenza dell’organizzazione, che a causa di ritardi nei pagamenti potrebbero temporaneamente registrare un DURC irregolare, con tutte le conseguenze del caso.
Certo prendere confidenza con il sistema bancario è fondamentale, come può rivelarsi strategico attivare azioni di fundraising e di supporto per il reperimento di liquidità. Ma spesso tutto ciò non è sufficiente a causa di regole, tempistiche e costi.
Una certezza nella gestione dei flussi di cassa dei progetti è fondamentale per il successo degli stessi e la crescita e lo sviluppo delle organizzazioni.

Il progettista sociale

In tutti questi topics il progettista sociale (soprattutto free lance) è sempre più coinvolto (di diritto o di fatto) nei processi decisionali e gestionali dei progetti, trasformandosi sempre più in un consulente per lo sviluppo aziendale.

Popolo di progettisti, siamo pronti ad affrontare questo cambiamento al quale siamo chiamati?

2 risposte

  1. Marianna Porro ha detto:
    2 Dicembre 2021 alle 10:58

    Sono progettista sociale free lance da diversi anni ma ultimamente, purtroppo, ho dovuto chiudere la PIva perché mi sono ritrovata a sostenere costi ingenti nel pagamento delle tasse proprio a causa della scarsa capacità di associazioni ed altri enti del terzo settore di anticipare i compensi per la scrittura ( spesso anche la stessa ideazione e le attività di pubbliche relazioni precedenti alla scrittura) prima che il progetto fosse finanziato.

    Avreste consigli su come procedere e su quale direzione intraprendere?

    Grazie mille per l’attenzione

    Accedi per rispondere
    1. Fabio Quitadamo ha detto:
      6 Gennaio 2022 alle 10:45

      Buongiorno Marianna
      posso darti due consigli partendo dalla mia esperienza professionale:
      1) seleziona con attenzione i tuoi clienti partendo dall’analisi dei documenti formali e dall’esperienza pregressa.
      2) prima di iniziate a lavorare formalizza un contratto in cui espliciti tutto. Ti aiuterà nella richieste del compenso iniziale e contribuirà a fornire una percezione professionale del tuo lavoro.
      Spero di esserti stato d’aiuto. Ad ogni modo resto a disposizione per altri confronti
      Buon lavoro

      Accedi per rispondere

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